Josef Heurtens: cartoline dalla Seconda guerra mondiale

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di Riccardo Masetti e Giulia Dodi
Traduzione cartoline di Francesco Mantovani

Si dice che le vie del public historian siano infinite… non sappiamo se sia del tutto vero o si tratti soltanto di una leggenda metropolitana, ma noi di PopHistory ci crediamo e cerchiamo la storia anche nei posti più strani. È così che qualche anno fa, curiosando su internet, ci siamo imbattuti in alcune cartoline illustrate che ci sono sembrate da subito un po’ speciali. Sono quelle che il soldato tedesco (poi promosso a sergente) Josef Heurtens scriveva a casa alla sorella e a una amica durante il suo servizio in Italia dal 1943 al 1945.

Si tratta di una piccola storia nella grande Storia che leggiamo sui libri, scritta sul retro di bellissime cartoline, che illustravano i più bei paesaggi del nostro Paese attraverso la riproposizione su acquarelli.

Un luogo, l’Italia, da cui questo componente dell’esercito tedesco (in quel momento storico divenuto invasore e non più alleato) era rimasto completamente affascinato, e attraverso le sue parole possiamo apprezzare i luoghi che incontrava e che, con piacere, riproponeva alla sua famiglia che viveva a Berlino, solitamente spedendo alla sorella le cartoline con i paesaggi e invece alla madre le riproduzioni di fiori.

Negli scritti, non sottoposti a censura perché probabilmente infilati in buste chiuse o consegnati direttamente da commilitoni che si recavano in licenza, troviamo la cronaca di quei tempi che, senza entrare troppo nei particolari, il nostro Josef riportava in tono pacato alla sorella e alla madre.

In base al numero di posta militare (feldpost) 59773 indicato nelle cartoline più vecchie, si evince che il suo reparto di appartenenza era la 3. Kompanie del Bau-Pionier-Bataillon 431[1] che fu operativa in Liguria (nello spezzino).

Molto probabilmente l’unità cambiò denominazione o fu inserita in un Abteilung misto, cioè un’unità tedesca della forza di un battaglione, costituito da segmenti di unità provenienti da specialità diverse. Oppure Josef rimase ferito e tornò a casa in convalescenza, restando lontano dall’Italia fino alla fine della guerra, chi può saperlo?

Sappiamo però che era ancora in vita negli anni Cinquanta, dato che nel lotto delle stesse cartoline ne abbiamo trovata una indirizzata a lui recante il timbro del 21/10/195..

Quel che è certo è che non sapremo mai come si comportò Josef durante la sua permanenza in Italia, quale fu il suo coinvolgimento nelle operazioni di guerra, se il suo comportamento in guerra ricalcava lo stereotipo del “cattivo tedesco” o se fosse soltanto un giovane spedito lontano da casa e diventato grande troppo in fretta.

Queste cartoline, però, ci restituiscono uno spaccato dell’Italia negli anni dell’occupazione nazista attraverso gli occhi di un giovane ragazzo, che per la prima volta scopriva il mondo, e una piccola rappresentazione della quotidianità in guerra, fatta anche di speranze e pensieri scritti su delle cartoline.

La richiesta di un pacchetto di sigarette, lo stupore per i territori attraversati, la preoccupazione per la famiglia a casa, l’incertezza per il futuro ci portano indietro nel tempo e ci fanno scoprire la guerra da un altro punto di vista, entrando nella storia dal basso. In fondo è anche questo che noi intendiamo per public history, e siamo pronti a condividere con voi questa piccolo grande ritratto di un’epoca passata.


Note:

[1] https://www.axishistory.com/books/383-germany-military-other/feldpost/8984-feldpost-numbers-59000-59999 e http://www.lexikon-der-wehrmacht.de/Gliederungen/BauBtl/BauBtl431-R.htm

 


Le cartoline