C’è ancora domani

#popreview, Il film del 2023

di Giulia Dodi

Tra le principali uscite cinematografiche del 2023 è da segnalare C’è ancora domani, esordio alla regia di Paola Cortellesi, che è anche la protagonista della vicenda insieme, tra gli altri, a Valerio Mastandrea, Emanuela Fanelli e Vinicio Marchioni.

Ambientata a Roma nel 1946, la pellicola segue le vicende quotidiane di una famiglia popolare composta da moglie, marito, due figli e l’anziano padre del marito, allettato e da accudire, in cui la totalità della gestione è sulle spalle di Delia (Cortellesi): cucinare, pulire casa, accudire il suocero, occuparsi dei figli spetta alla donna, a cui si aggiunge qualche saltuario lavoro per arrotondare le entrate, mentre il marito Ivano (Mastandrea), un uomo violento e irascibile, non contribuisce in alcun modo alla vita famigliare.

A fare da cornice alla vicenda c’è un contesto storico ben definito, e a suo modo co-protagonista del film: è da poco terminato il secondo conflitto mondiale, con il suo carico di sofferenze e privazioni, ed è la vigilia delle votazioni previste per il 2 e 3 giugno 1946 in cui gli italiani, e per la prima volta le italiane, furono chiamati a esprimersi sulla forma di governo da dare all’Italia e sulla composizione dell’Assemblea Costituente.

Le scene, tutte in bianco e nero, e le ambientazioni nei quartieri popolari di Roma sono un omaggio evidente al neorealismo e al suo modo di raccontare l’Italia dell’immediato secondo dopoguerra, ma i temi al centro della vicenda hanno dimostrato di essere ancora molto attuali: la violenza domestica, la disparità tra uomo e donna nella gestione famigliare e un contesto sociale ed economico profondamente patriarcale, in cui alle donne spetta un ruolo marginale, quando non umiliante, perennemente costrette a stare un passo indietro rispetto al marito, chiamate ad assecondarne la volontà e a subirne la violenza.

Presentato un po’ in sordina alla Festa del Cinema di Roma, il film è rimasto in classifica per settimane, diventando la pellicola con più incassi nel 2023 in Italia, nonché uno dei film italiani più visti di tutti i tempi. Un successo di critica e di pubblico difficile da immaginare al momento dell’uscita nelle sale ma, alla prova dei fatti, i temi affrontati da Cortellesi hanno riscosso grande interesse, con proiezioni nelle scuole e un dibattito pubblico con pochi paragoni in tempi recenti.

La regista ha saputo trattare un tema delicato e molto attuale, quello della violenza di genere, con garbo e delicatezza, senza indugiare oltremisura sullo scontro fisico ma raccontando la subordinazione quotidiana fatta di gesti, appellativi, pretese e atteggiamenti che spesso rischiano di essere considerati “normali” ma in realtà rappresentano il sostrato in cui ancora oggi affonda le sue radici la disparità di genere, in ambito domestico come in ambito lavorativo.

L’introduzione del suffragio universale, che segna l’entrata delle donne alla vita politica del paese, è qui proposta come basso continuo che culmina nel momento conclusivo della vicenda, ma anche come speranza per il futuro, quel “domani” richiamato anche nel titolo, in cui le donne hanno la possibilità di scegliere e far sentire la loro voce e le loro idee. Una sorta di staffetta generazionale in cui donne di ieri, di oggi e di domani concorrono insieme alle battaglie per rivendicare e difendere diritti imprescindibili per potersi dire davvero libere e rappresentate all’interno della società.

Anche se un po’ didascalica in alcuni passaggi, la forza della storia è nell’intreccio tra la vicenda privata della protagonista che si unisce a quelle di tante altre donne. Da questa comunione di intenti prenderanno avvio le lotte per l’emancipazione femminile che segneranno l’Italia del secondo Novecento.