Derry Girls

Immagine tratta dal sito www.disquecool.com (http://www.disquecool.com/2019/01/08/derry-girls-adolescentes-comedia-e-irlanda-do-norte-nos-90/)
di Silvia Lotti
“Derry Girls”
(2018, regia di Michale Lennox)
“My name is Erin Quinn. I’m 16 years old and I come from a place called Derry. Or Londonderry, depending on your persuation, a troubled little corner in the northwest of Irland. It’s fair to say I have a somewhat complicated relationship with my hometown”.
(Derry girls, stagione 1, episodio 1)
Si può dire che i Troubles, ossia il conflitto nordirlandese tra cattolici e protestanti, durato ben trent’anni, sia stupido? Sì, si può dire e la serie tv di Channel 4 – ma visibile su Netflix – Derry Girls lo dice. È una comedy poco conosciuta, molto breve, ad ora solo alla prima stagione. L’ho scoperta di recente e per caso, ma devo dire che è decisamente divertente, politicamente poco corretta, riuscendo a unire bene cinismo, conflitti identitari e una continua sequenza di guai.
La protagonista, Erin, è una liceale che vive a Derry/Londonderry, di famiglia e religione cattolica, di cui vediamo la buffa e folle quotidianità in un piccola città dell’Irlanda del Nord, all’inizio degli anni Novanta.
Eirin è una sfigata, come la sua vita, accentuata dal fatto di avere amiche sfigate, una madre più severa di un colonnello dell’esercito, un padre sfigato, una zia flippata e un nonno che è il diretto superiore della madre-colonnello. In più, bisogna aggiungere il fatto che frequenta un liceo solo femminile, diretto da una suora cinica e annoiata dalla vita. In questo modo si riesce ad avere un’idea di come poteva essere la vita in una città che, per quanto piccola e provinciale, è stata per trent’anni teatro di scontri e tensioni politiche tra finiani e filoinglesi.
Per cui, tra un inconveniente e l’altro, si possono vedere i frequenti posti di blocco dell’esercito lungo le strade, notizie di allarmi bomba, battute al vetriolo verso un cugino inglese, la fuga dalla città per sfuggire ai cortei dell’Orange Order[1], fino ad arrivare al ritrovarsi un membro latitante dell’IRA nascosto nel bagagliaio dell’auto di famiglia che aveva bisogno di passare il confine con l’EIRE.
A dire il vero, questo sfondo storico non viene mai affrontato in modo particolarmente serio, anzi, viene ben intrecciato con lo stile ironico e sboccato della serie, lasciando in primo piano le assurde – ma leggere – avventure di Erin e delle sue amiche. Il picco del politicamente scorretto viene raggiunto quando un’ospite ucraina di Erin, arrivata in Irlanda per respirare aria “più pulita” rispetto a quella di Chernobyl, dice chiaramente che combattere tra cattolici e protestanti, due varietà della stessa religione, è veramente stupido. La povera Claire, una delle amiche, se ne rende conto e dà di matto (Oh my God, it is stupid. It is so so stupid), per cui pensa bene di presentarsi a una festa con una Union Jack sulla maglietta. Solo alla fine, viene mostrato, per quanto di sfuggita, un attacco dinamitardo con diversi morti tra le notizie del tg, con i visi sconvolti fissi sul televisore che rimangono ben impressi nella mente.
Insomma, un finale con l’amaro in bocca, che però, credo sia anche doveroso: i Troubles, o conflitto nordirlandese, sono durati trent’anni, lasciando una scia di quasi duemila morti civili. Derry/Londonderry ne ha rappresentato l’epicentro, città a maggioranza cattolica, ma in cui i protestanti sono sempre riusciti ad avere il controllo sulle elezioni locali. Uno degli episodi più emblematici è stata la Bloody Sunday di cui cantano gli U2: una domenica di sangue che ha visto la morte di 13 manifestanti civili proprio a Derry, dopo che i paracadutisti britannici hanno sparato sulla folla. Trent’anni di Troubles, che per alcuni non sembrano finiti.
Anche il doppio nome della città è abbastanza indicativo: Derry (Doire in gaelico) è il nome ufficiale ed è anche quello usato dalla maggioranza degli abitanti. Londonderry, invece, è il nome adottato dai britannici già nel XVII secolo in seguito all’adozione di una Royal charter che lo sancì come ufficiale, a seguito di tentativi di ricostruzione urbana su imitazione di Londra. La situazione è comunque rimasta caotica perché quest’ultima legge non è mai stata modificata, infatti a volte negli atti ufficiali si trova ancora Londonderry. La doppia versione Derry/Londonderry è ormai entrata nella cultura popolare, ma ciò non è ancora estraneo a piccoli dispetti di strada, per cui si possono vedere cartelli con la scritta London cancellata o aggiunta, come mostrato nella prima scena della serie. Se non volete sbilanciarvi, potete allora usare i nomi Foyle (dal fiume che attraversa la città) o Maiden City (perché rimasta inviolata nell’assedio del 1688-89). Insomma, anche in questo caso ci vorrebbe il commento “it is stupid” di Claire).
Inutile spiegare perché la serie inizi e finisca con i Cranberries, mentre il fatto di usare Dreams, piuttosto che Zombie, è indicativo del fatto di non voler sconvolgere nuovamente gli animi, solo provare a vedere le stesse cose, ma da un altro punto di vista.
Note:
[1] Organizzazione nata nel 1795, nell’Irlanda del Nord, come sostenitrice del re Guglielmo d’Orange e della causa unionista.