Josef Heurtens, cartolina del 2 dicembre 1944


Traduzione di Francesco Mantovani
Data
Luogo
Fronte meridionale (Italia)
Destinatario
Sorella
Descrizione fronte
Acquerello raffigurante la piazza di una città, con carrozze, automobili, palme.
Traduzione retro
Cara sorella!
Il mio grazie più sentito per le tue care lettere del 19 e 20/11. In questa cartolina puoi vedere ancora una volta l’immagine di una strada italiana. Adesso che siamo in guerra, naturalmente le piante non sono più così curate e i crateri delle bombe nei bellissimi giardini e nelle aree verdi hanno fatto il resto. Tuttavia, quando 17 mesi fa arrivai in Italia, mi è capitato molto spesso – direi – di vedere dappertutto in ogni città ancora parchi e aree verdi così belle e curate. Immagino che da S. ci sarà poco lavoro, perché un mio conoscente, che lavora in un’altra grande fabbrica di armamenti, mi ha scritto lettere alquanto lunghe anche durante l’orario di lavoro. Ora c’è luna piena e, quando alle 2 di notte dopo la [galleria di roccia] vado a prendere servizio, penso sempre che questa stessa luna ora splenda anche su Berlino.
Ti saluto e di bacia affettuosamente
Tuo fratello Josef
Contesto storico
Dopo il proclama Alexander (13 novembre), le truppe tedesche approfittano delle difficoltà delle forze partigiane e organizzato una serie di rastrellamenti insieme agli alleati fascisti. Nella zona dove Heurtens è dislocato, il 29 novembre viene lanciata l’operazione “Catilina”, che vede impegnate la 148° divisione di fanteria, i battaglioni Feldmarschall Kesserling e Mittenwald della Wehrmacht, e la Brigata nera di La Spezia “Tullio Bertoni”. Venti pargiani muoiono negli scontri. Contestualmente perdono la vita anche divetsi civili, uccisi a Sarticola di Ortonovo, La Rena di Castelnuovo Magra e Sarzana.
Nella parole di Heurtens non c’è traccia di questi eventi, ma si citano invece le bombe alleate che hanno lasciato tracce evidenti nel paesaggio. Il soldato ricorda quanto tutto fosse ancora bello e immacolato nel momento del suo arrivo in Italia. Quasi dimentica (o gli sembra normale) l’esserci arrivato al seguito di una invasione militare operata dalle forze di occupazione naziste.