I buoi milanesi hanno il gusto a banchettare

VENERDÌ 2 FEBBRAIO 2018 | h. 19-23 | CASCINA TORRETTA (Via Gabetti, Milano)
Articolo apparso sulla rivista “Il Diciotto”
“I buoi milanesi hanno il gusto a banchettare” è l’illuminante ed esplicita frase che Monsieur Valéry attribuisce niente meno che al poeta Vittorio Alfieri (1749-1803), nel suo “L’Italie confortable”, un interessante “manuale del turista, appendice ai viaggi storici, artistici e letterari in Italia” (come recita il sottotitolo) datato 1841.
Circa settant’anni prima, il giovane Alfieri aveva effettivamente soggiornato nel capoluogo lombardo: era il 1766 e lo scrittore, all’inizio del suo viaggio per l’Europa, aveva certamente avuto l’occasione di gustare alcune delle pietanze tipiche milanesi.
Trattandosi di un Conte (questo era infatti il titolo nobiliare di Alfieri), è assai probabile che egli abbia potuto assaggiare piatti rari e ricercati.
Quasi sempre queste pietanze erano ben diverse da quelle cucinate sia dalla gente comune all’interno dei confini urbani, sia da fattori e agricoltori delle numerose corti e cascine che si trovavano nel contado, che era in comunicazione con la città ma restava fuori dalle sue mura e le cui località erano distante anche alcuni chilometri.
Eppure, anche la cucina cosiddetta “povera” era ricca di gusto, in virtù dell’abbondanza di determinate materie prime di cui godeva la Lombardia in generale e Milano in particolare.
È sufficiente scorrere qualsiasi ricettario dell’Ottocento per rendersi conto ad esempio di quanto fosse diffuso e abbondante l’uso del burro o di altri derivati del latte: panna, mascarpone e formaggi in genere.
Così diffuso che un altro illustre scrittore, Ugo Foscolo, verso la fine del Settecento ribattezzò Milano con il nome di Paneròpoli, ovvero la città della panera, che nel dialetto lombardo significa panna.
D’altro canto, viene cotto nel latte anche il famoso “manzo alla California”, che prende il nome da una frazione nel comune di Camparada, in provincia di Monza, e non lo stato americano.
Le abitudini alimentaria Mioano sono spesso in stretto legame con gli avvenimenti storici e con le modifiche dell’ambiente circostante: dall’introduzione delle colture di mais già in epoca spagnola, che determinano la diffusione di una delle pietanze più note delle nostre zone, ovvero la polenta, all’impronta urbanistica e culinaria data nel Settecento dall’inizio del dominio austriaco; dalla costruzione del canale Villoresi, che ha alterato drasticamente l’apporto di acqua per l’agricoltura, allo scioglimento dei comuni all’inizio del Novecento.
Questo è solo un piccolo assaggio dell’iniziativa “La storia in tavola, 300 anni di cucina nel contado milanese”, organizzata da PopHistory e Mare Culturale Urbano per il prossimo 2 febbraio in Cascina Torretta (via Gabetti, zona San Siro).
Un viaggio storico e gastronomico per ripercorrere l’evoluzione della cucina lombarda. Durante la serata saranno servite tre portate intervallate da coinvolgenti interventi degli storici di PopHistory.
Chi volesse partecipare può prenotare scrivendoci all’indirizzo email: pophistory.milano@gmail.com.