#popUSA2020: Absentee Voters, Mail Ballots & Early Vote: breve storia del voto a distanza

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di Matteo Di Legge

Come la tradizione ci insegna, l’Election Day americano cade sempre di martedì, più precisamente il martedì successivo al primo lunedì di novembre. Queste modalità sono contenute nella Sezione 1 dell’Articolo 2 della costituzione degli Stati Uniti e non sono state modificate molto dal 1789, l’anno della sua ufficiale entrata in vigore. Tuttavia già oltre 91 milioni di americani hanno già espresso il loro voto, e qui e li compaiono già i primi exit poll, le prime proiezioni. Come è possibile tutto ciò?

Grazie al voto per posta, o Mail Ballot.

Per parlare del voto per posta negli Stati Uniti occorre introdurre prima un concetto che in un qualche modo lo anticipa e lo contiene, ovvero il voto in assenza, o Absentee Voting. Gli USA hanno sperimentato il voto in assenza fin dai primi anni della loro democrazia: nel diciottesimo secolo, nello stato del Massachussets era già previsto il voto a distanza qualora la propria dimora fosse “vulnerabile ad un attacco indiano”[1], mentre i voti dei soldati facenti ancora parte dell’esercito Continentale venivano contati solo in base alla loro firma, e considerati “come se fossero personalmente presenti”.

Ma il primo impiego massiccio del voto in assenza fu durante la Guerra Civile. Il presidente Lincoln si impegnò affinchè a tutti i soldati impegnati in azione lontano da casa fosse garantito il diritto di votare e nell’elezione del 1864, quella che lo riconfermò alla Casa Bianca dopo aver battuto alle urne il candidato democratico McClellan, i soldati dell’esercito unionista votarono praticamente ovunque, dagli accampamenti agli ospedali militari, sotto la supervisione di commissari e messi governativi inviati appositamente. [2]

Alla base dell’Absentee Voting c’è dunque un principio di necessità che impedisce al votante di presentarsi fisicamente al seggio. Successivamente questa pratica ha perdurato, venendo replicata non solo durante i successivi conflitti che videro gli USA come protagonisti (WWI, WWII, Corea, Vietnam), ma anche in situazioni eccezionali: dai lavoratori impegnati nella costruzione delle linee ferroviarie a quelli degli impianti petroliferi, fino ad includere gli astronauti. Una legge della contea del Texas del 1997[3] disciplina infatti anche il “voto dallo spazio”, da quando cioè le missioni spaziali hanno cominciato ad allungarsi. Agli astronauti viene inviata una vera e propria scheda elettorale elettronica attraverso i canali di comunicazione del Johnson Space Center, mentre il commesso della Contea invierà una mail contenente le credenziali necessarie ad ogni astronauta per accedere alla propria scheda, che viene compilata e rispedita al centro di controllo e definitivamente smistata all’ufficio della contea.

L’Absentee Voting, il Mail Ballot e l’Early Voting, ciòè il voto anticipato sono dunque tre facce dello stesso processo, le cui caratteristiche, punti di forza e debolezze variano molto da stato a stato ed hanno sempre rappresentato un aspetto importante e controverso delle elezioni americane: i voti inviati per posta, quando sono milioni, nonostante arrivino in anticipo devono essere conteggiati, ed ogni stato può dire la sua in merito a quanti giorni dopo l’Election Day possa protrarsi il processo di conteggio. Qualora sorgessero problemi relativi alla procedura di conteggio dei voti sarebbe chiamata a pronunciarsi Corte Suprema, il massimo organismo di garanzia del sistema politico americano. Nelle elezioni del 2000 che videro scontrarsi George W. Bush e Al Gore fu la Corte Suprema a decidere di interrompere il riconteggio delle schede elettorali che stava avvenendo in Florida, swing state per eccellenza, poiché ritenuto senza basi coerenti: il risultato fu l’assegnazione dei 25 grandi elettori dello stato e dunque la presidenza a Bush per soli 537 voti, nonostante Gore avesse più preferenze su base nazionale. Infine giungiamo al 2020 e ad una tornata elettorale in piena pandemia mondiale. Il Covid-19 tiene lontani gli elettori dalle urne e incentiva enormemente il voto per posta, che ha raggiunto numeri ormai tripli rispetto alle elezioni del 2016. Possiamo affermare con una certa tranquillità che, qualunque sarà il risultato dell’elezione, si sta scrivendo una nuova e forse controversa pagina della lunga storia dell‘Absentee Voting, nonché dell’intera storia elettorale americana.

 

[1]The Right to Vote: The Contested History of Democracy in the United States, Alex Keyssar

[2]Absentee Soldier Voting In Civil War Law And Politics, David A. Collins,  Wayne State University

[3]https://www.nasa.gov/feature/astronauts-to-vote-in-space