PopHistory: 365 giorni nella Public History

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Il 10 marzo 1964, il duo folk composto da Simon e Garfunkel registrava la prima versione della famosissima The Sound of Silence, che li inserì tra i più celebri artisti musicali degli anni Sessanta. Nove anni dopo, il 10 marzo 1973, venne pubblicato l’album dei Pink Floyd The Dark Side of the Moon, che con 50 milioni di copie sarà uno dei più venduti della storia. Si direbbe quasi che la data prometta bene dunque per quel che riguarda i successi e le produzioni intellettuali.

Il 10 marzo 2018, nella sala dell’Istituto Storico di Modena, la nostra sede, si è tenuta l’annuale assemblea dei soci di PopHistory. Non un’assemblea qualsiasi, bensì quella che ha segnato la fine del primo e l’inizio del nostro secondo anno di vita. L’assemblea è stata l’occasione per mettere a fuoco la nostra posizione e il nostro percorso nella Public History: un percorso che si sta articolando in modo sempre più nitido man mano che i nostri passi, da incerti e titubanti, si stanno facendo più sicuri e intraprendenti grazie ai progetti che stiamo elaborando.

Vi confidiamo che, per spegnere la nostra prima candelina ed esprimere i nostri desideri sull’avvenire, abbiamo guardato con soddisfazione, ma anche con occhio critico, a questi dodici mesi che si sono conclusi. Il primo anno ha rappresentato infatti un banco di prova importante, spesso una svolta, necessario per capire potenzialità e limiti, per orientarsi nel contesto in cui abbiamo scelto di muoverci e lavorare. Stiamo affrontando con decisione le tre sfide che abbiamo immaginato nel 2017 e che abbiamo sintetizzato in tre slogan.

PopHistory è Public History. Se da una parte le nostre attività cominciano ad avere un largo seguito e una buona visibilità, dall’altra non diminuiscono le domande che ci poniamo sull’autorevolezza scientifica della nostra professione e della nostra associazione. Per questo abbiamo chiesto ad alcuni soci di seguire gli studi e le ricerche che costituiscono la base scientifica per definire la Public History nel contesto nazionale e internazionale.

PopHistory is a Lifestyle. Si presenta sempre più urgente la necessità di definire in modo preciso e inequivocabile la nostra impronta di riconoscimento. Un marchio che ci possa rendere inconfondibili in grado di esprimere pienamente la nostra posizione di public historians che hanno scelto di vivere dentro a un mercato.

Be Yourself Be PopHistory. Queste sfide assomigliano a un labirinto reso ancora più emozionante e stimolante perché lo percorriamo non come individui ma come un soggetto collettivo che cerca di intersecare l’anima individuale, da cui trae forza e innovazione l’anima collettiva.

L’assemblea è stata quindi l’occasione per riflettere in modo costruttivo e propositivo su questi grandi e complessi temi che fanno parte della nostra essenza. Attraverso gli interventi che si sono susseguiti abbiamo delineato i rinnovamenti che attraverserà la nostra associazione e ascoltato i numerosi progetti che ci hanno visto e ci vedranno protagonisti.

Stanno infatti procedendo fino a metà aprile le lezioni del corso “The Italian Job” alla Libera università del sapere critico presso il Centro studi e movimenti di Parma. Il mese di aprile ci vedrà impegnati attivamente al Festival del gioco di Modena Play, al master di Public History di Modena con un’attività seminariale e a un seminario presso l’Università di Salerno sulla storia nella nostra vita quotidiana. Proseguiranno inoltre le attività legate alla storia in tavola del nostro gruppo di soci di Milano che terranno un ciclo di conferenze sulle storie di alcune cucine regionali.

Altri progetti sono in cantiere per il periodo successivo, ma non vi sveliamo tutto ora: accompagnateci in questo secondo entusiasmante anno e scopriamo insieme cosa ci aspetta! PopHistory: la Public History con voi!

Ecco cosa c’è “dietro”… le quinte!