SPECIALE ALVERNIA, VALLE DELLA LOlRA, BRETAGNA #2: Bretagna, tra siti megalitici, paesaggi naturali e cittadine medievali

di Andrea Oldani

Lasciata la valle della Loira alle nostre spalle ci dirigiamo verso la Bretagna. Già il primo impatto mi piace: verde, paesaggi lussureggianti, scogliere e capofitto sull’Oceano…e i cartelli in doppia lingua gaelico-bretone e francese e penso di essere arrivato nel Pojanistan della Francia! Riferimenti pennacchieschi a parte la prima tappa in Bretagna è il porto di Auray. Il porticciolo bretone si caratterizza per le vie strette su cui si affacciano le case a graticcio. Ma questa non è l’unica caratteristica di Aurey altrimenti non la renderebbe un posto così Pop! Nel dicembre 1776 Benjamin Franklin sbarcò proprio qui a causa di una tempesta che fece perdere la rotta alla sua nave che doveva attraccare a Nantes. Il politico e padre fondatore degli Stati Uniti d’America era in missione per stipulare un’alleanza tra i due paesi. Lo sbarco di Franklin è ricordato con una targa apposta sia sul molo sia su un edificio ad esso adiacente e se Nicholas Cage dovesse scoprire anche questa cosa temerei nel reboot di “National Treasure” con un prequel dal plot twist colossale che vedrà Franklin trafugare il Tesoro dei Templari nel Nuovo Mondo!

Da Auray riprendiamo il viaggio in direzione di Carnac, nota località di balneazione… e di siti megalitici. Qui, infatti, vale la pena entrare nel locale museo della preistoria per farsi un’idea del contesto e della distribuzione dei siti megalitici in Bretagna, il cui studio è stato è stato fondamentale per le conoscenze di quel periodo. Il museo ospita, altresì, una raccolta ampia e variegata di utensili e oggetti di vita quotidiana delle popolazioni locali che vanno dal Neolitico (già allora sono attestati oggetti di importazione straniera riconducibili all’area mediterranea e della costa atlantica) alla conquista romana. A Carnac gli allineamenti megalitici di menhir e dolmen si concentrano a nord dell’abitato, anche se qualche menhir solitario è stato rinvenuto solitario nel paese. La vista di tutti quei menhir allineati è Sicuramente di notevole rilievo è il tumulus Saint Michel, che si ritiene essere un antico luogo di sepoltura locale scavato dentro una collina su cui, successivamente, venne eretta una chiesa.

Lasciati i megaliti alle spalle costeggiamo la costa meridionale atlantica della Bretagna in direzione Quimper, il cuore dell’identità culturale bretone e del suo retaggio celtico in quanto antica capitale della Cornoualle. Il richiamo al passato celtico è visibile nei negozi che vendono abiti e musica tradizionali e libri in gaelico-bretone. La visitiamo accompagnati dal tipico clima bretone ovvero una combinazione letale di pioggia, vento, nubi e sole che rende il tutto ancora più suggestivo. Siamo tra i pochi turisti che la visitano quindi possiamo godere tranquillamente della vista della Cattedrale di Saint-Corentin, dedicata al vescovo che fondò la città, e delle vie della Vieux Quimper attraversate dai canali con i ponti floreali e le case a graticcio.

Riprendiamo la macchina in direzione nord facendo sosta al villaggio di Locronan. Questo caratteristico villaggio con edifici in pietra si struttura attorno alla chiesa di St-Ronan e deve la sua fama all’industria della tela olona che tra il XV e il XVII secolo arricchì Locronan. È ritenuto, giustamente, uno dei villaggi più belli di Francia grazie al fatto di essersi preservato bene e ai boschi e prati che lo circondano a breve distanza dall’Oceano.

Dopo il pranzo a Locronan riprendiamo il nostro itinerario verso nord in direzione Crozon e Camaret-sur-Mer, in particolare verso la Penisola di Pen Hir. Giunti a Pen Hir siamo letteralmente avvolti dalle nubi basse che creano un’atmosfera suggestiva, che riduce la visibilità, ma restituisce un effetto simile a quello arthuriano delle nebbie di Avalon. Troviamo anche qui un piccolo allineamento di menhir e il Museo della Guerra Atlantica. Si tratta di un piccolo museo che racconta le vicende belliche relative alla guerra marittima condotta nell’Atlantico tra gli Alleati e le forze dell’Asse durante la Seconda Guerra Mondiale. Nonostante lo spazio espositivo sia un po’ angusto è stato interessante osservare le mappe relative alle coperture aeree, ai raggi d’azione degli U – Boat e ai grafici che mostravano in parallelo l’andamento della guerra in termini di navigli affondati e varati. La visita alle fortificazioni tedesche del ‘40-’44, realizzata a partire da quelle francesi preesistenti e che costituiva una parte del cosiddetto Vallo Atlantico, a picco sul mare è parecchio suggestiva. Proseguiamo la nostra camminata verso la punta di Pen Hir che cela la sua bellezza ai nostri occhi, ma non riesce a nascondere il ruggito delle onde che si infrangono sugli scogli o il memoriale dedicato ai partigiani e partigiane bretoni che lottarono e perirono durante l’occupazione nazista.

Il giorno seguente riprendiamo la macchina in direzione nord e attraversiamo il suggestivo parco naturale dell’Armorica in direzione della Costa di Granito Rosa. Questo famoso tratto di costa bretone si caratterizza, appunto, per queste formazioni rocciose dal colore rosastro. A Ploumanac’h è possibile fare una passeggiata lungo la costa seguendo l’antico sentiero dei doganieri che permette di girare in una mattinata l’intera penisola.

Proseguiamo dopo pranzo in direzione est, verso Saint Malo, ma prima ci fermiamo nella cittadina medievale di Dinan. L’originalità di questo villaggio sta nel suo centro storico medievale con case a graticcio risalenti al periodo tardo medievale perfettamente conservate e strette nell’abbraccio delle mura medievali e del castello di Dinan. La cittadina venne menzionata anche nell’arazzo di Bayeux, poiché venne assediata da Guglielmo il Conquistatore che aveva sconfinato in Bretagna per risolvere dei contenziosi con i signori locali. Nella locale Basilique St-Sauveur è conservato il cuore di uno dei condottieri bretoni più importanti della Storia Medievale che ebbe un ruolo primario durante la Guerra dei Cent’Anni: Bertrand Du Guesclin.

Lasciata Dinan fiancheggiamo il corso del fiume Rance, sino quasi al suo estuario nel Canale della Manica, dove pernottiamo a Saint Malo. La città dei corsari e navigatori francesi, cinta da possenti mura, raggiunse l’apice della sua ricchezza e della fama tra il XVI e XIX secolo e, soprattutto, in età moderna fu la porta d’accesso della Francia al Nuovo Mondo. Si possono trovare le tracce di alcuni di questi navigatori nella città: dalla statua di Robert Surcouf[1] sui bastioni insieme a quella di Jacques Cartier[2] nei pressi dell’istituto di cultura del Quebec. Gli edifici tipi di Saint Malo sono le cosiddette malouinères, o case degli armatori. Saint-Malo venne quasi interamente distrutta durante la Seconda Guerra Mondiale e venne poi ricostruita durante il Secondo Dopoguerra. Terminato il giro dei bastioni, del porto e del centro storico ci concediamo una camminata lungo la Promenade lungo il mare che conduce dal centro storico alla periferia della città.

Riprendiamo la macchina verso Pointe du Grouin, la scogliera più a nord della Costa di Smeraldo, e dopo le foto di rito, ci rechiamo alla vicina Cancale per un pranzo a base di ostriche locali! La bassa marea ci permette di vedere le strutture che supportano l’allevamento di mitili e ostriche nel porto e di scorgere in lontananza il nostro prossimo obiettivo: Mount Saint Michel e la Normandia!

 


Note:

[1] Noto corsaro francese che nel XVIII secolo dava la caccia ai vascelli della Compagnia delle Indie Orientali

[2] Esploratore e navigatore francese che nel 1534 scoprì la foce del fiume San Lorenzo e ne rivendicò i territori in nome della Francia.

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