SPECIALE ALVERNIA, VALLE DELLA LOlRA, BRETAGNA #3: I luoghi di Claude Monet: Ètretat, Rouen, Giverny

di Andrea Oldani

Dopo esserci lasciati Caen alle spalle ci dirigiamo verso nord lungo l’autostrada che costeggia il Canale della Manica e, dopo aver passato il Pont de Normandie ad Honfleur, proseguiamo in direzione Ètretat. L’obiettivo della giornata è, infatti, visitare le famose scogliere immortalate dal pittore impressionista Claude Monet. Parcheggiamo a circa 30 min a piedi dal centro di Ètretat e ci incamminiamo verso il mare. Arrivati sul lungomare decidiamo di salire fino alla Falaise D’Amont da cui si può vedere, sul lato opposto della baia, la Falaise D’Aval. Purtroppo, il tempo a nostra disposizione è poco, ma consiglio vivamente di dedicare almeno una giornata a Ètretat per approfittare delle fantastiche passeggiate sulle scogliere circostanti a picco sul mare.

Nel tardo pomeriggio riprendiamo la macchina e ci dirigiamo verso Rouen, la capitale della Normandia attraversata dalla Senna. Il primo impatto con la città è molto positivo, in quanto intravvediamo dalla strada le guglie gotiche della sua Cattedrale. Il giorno seguente parcheggiamo in centro, a pochi passi dalla Cattedrale e iniziamo la nostra visita, ma tutti i monumenti prima delle 10 non aprono, quindi, decidiamo di vedere prima tutto da fuori. Lo spettacolo della Cattedrale è indescrivibile. Abbiamo ancora negli occhi il ricordo vivido nella Cattedrale di Bayeux, con il suo gotico elegante, raffinato e ricercato e subito restiamo catturati dal gotico della Cattedrale di Notre Dame di Rouen. Restiamo ad ammirare il portale meridionale, per poi passare al portale frontale con il suo rosone e le due torri campanarie asimmetriche. Essendo presto non ci sono ancora masse di turisti e riusciamo a fotografare la facciata da diverse angolazioni e luci, un po’ come fece Monet. Al suo interno assistiamo allo spettacolo unico del Gotico Francese ai suoi livelli più eccelsi: ampie navate delimitate da un esile ed elegante colonnato su due ordini di archi a sesto acuto in pietra bianca. Sopra le nostre teste svetta il tetto retto da volte a crociera. Nell’abside troviamo poi alcuni sarcofagi: uno per le spoglie di Enrico, il fratello maggiore di Riccardo I Plantageneto Cuordileone, uno per il padre del condottiero norreno Rollo che nel 911 ricevette in feudo la Normandia, e, infine, uno per il cuore di re Riccardo I Plantageneto Cuordileone.

Usciti dalla Cattedrale prendiamo la Rue du Gros Horloge verso la porta con il Gros Horloge, un orologio meccanico rinascimentale con intarsi e decorazioni. Costeggiando le case a graticcio del centro storico ci dirigiamo verso la Place de la Pulzelle, dove si riteneva che fosse stata arsa sul rogo Giovanna d’Arco. Rouen è legata a doppio filo a Giovanna d’Arco. Qui, infatti, il 30 maggio 1431 giunse l’epilogo di quasi due anni di imprese della Pulzella d’Orleans. Dopo la cattura da parte dei Borgognoni, Giovanna venne consegnata agli Inglesi che la imprigionarono a Rouen nel Donjon de Rouen, che al giorno d’oggi è tutto ciò che resta del castello medievale che sorgeva nella zona nord della città. Giovanna venne, infine, arsa viva sul rogo nella Piazza del vecchio mercato, dove oggi sorge la Chiesa di Santa Giovanna D’Arco. Per avere una panoramica completa delle vicende di Giovanna d’Arco consiglio la visita dell’Historial Jeanne d’Arc. Si tratta di un percorso multimediale che si snoda tra le sale del palazzo arcivescovile di Rouen e che ritengo essere un buon prodotto di Public History. Si tratta di una narrazione, realizzata da attori e comparse, che ripercorre i quasi 2 anni di epopea di Giovanna d’Arco partendo dalla revisione del processo del 1431 avvenuta per volontà di re Carlo VII nel 1455. La voce narrante è quella dell’arcivescovo di Reims Jean Juvénal des Ursins che ci guida nel tour virtuale. Ci imbattiamo così nelle testimonianze dei conoscenti, familiari e compagni d’arme di Giovanna che tra il 1455 e 1456 furono chiamati a testimoniare e a rispondere alle domande circa il rapporto di Giovanna con la Fede, Dio, le sue visioni e la sua missione. Troviamo anche le testimonianze dei chierici e degli ecclesiastici che avevano formato la commissione d’inchiesta che nel 1431 aveva processato Giovanna per i suoi presunti crimini. Il tour virtuale si conclude con l’annullamento della sentenza del 1431 e Giovanna fu riconosciuta innocente e venne riabilitata. Complessivamente il tour dura circa 1 oretta e l’ho trovato veramente ben fatto, curato e, in definitiva, un ottimo modo per illustrare in maniera accattivante la complessa vicenda di Giovanna d’Arco, specialmente dal punto di vista del processo. Il tour si chiude con una breve mostra sull’evoluzione della figura di Giovanna d’Arco, sull’impatto che ha avuto sulla cultura di massa francese e sulle rappresentazioni che la sua figura ha avuto nei secoli (per chi mi conosce bene medievalisimi). Gli unici due aspetti che non mi hanno soddisfatto pienamente sono stati l’audio, in quanto per i turisti sono previste delle cuffie che traducono in simultanea la narrazione sottostante che è in francese e che, purtroppo si sente e crea non poche interferenze, e il fatto che l’ultima parte della mostra fosse composta solo da panel in francese… terminiamo poi il giro di Rouen passeggiando nella Rue de la Republique e la Rue Damiette verso la Chiesa di San Maclovio. Dentro una libreria trovo la graphic novel che sponsorizzavano all’Historial e ovviamente l’acquisto. Per gli amici e le amiche gattare consiglio un caffè nella Place de la Calende al Bar a Chat prima di ripartire.

Lasciata Rouen alle spalle riprendiamo la macchina verso sud est seguendo il corso della Senna in direzione Giverny, dove si trova la casa e la sede della fondazione Claude Monet. Consiglio un pranzo o una pausa a Vernon, affascinante cittadina normanna sulla Senna. Prima di entrare nella casa e giardino di Monet ci fermiamo a visitare il giardino del Museo degli Impressionisti di Giverny, a pochi metri dalla casa di Monet. Restiamo stupiti dal tripudio di colori e dalla cura con la quale viene tenuta ogni singola aiuola, pianta o fiore. Sono giardini concepiti in maniera diversa rispetto a quelli dei castelli della Loira perché l’impressione è che la natura sia un po’ più libera di svilupparsi e meno ingabbiata negli schemi del giardino all’italiana o all’inglese. La coda per entrare alla casa di Monet è abbastanza sostanziosa, ma meglio organizzata rispetto a Mont Saint Michel in quanto l’ingresso non è libero, ma ci si può prenotare solo in alcuni slot orari. Il giardino della casa di Monet è sicuramente impressionante per la quantità e qualità di fiori e piante che crescono. Sembra davvero di stare dentro a un quadro impressionista. Ci mettiamo, allora, in coda per entrare a visitare la casa. Purtroppo, qui l’ingresso non è gestito al meglio in quanto gli spazi stretti sono presi d’assalto dai turisti e non c’è un sistema che possa scaglionare gli ingressi. Il risultato è che tra il caldo, la folla, gli appassionati di Monet che non si vogliono perdere neanche una stampa giapponese non apprezziamo pienamente la casa (forse è meglio prenotare l’ultimo ingresso della giornata). Ci rifacciamo poco dopo ai giardini d’acqua. Qui si respira calma e l’ambiente restituisce un’atmosfera di pace. I sussurri dei visitatori sono accompagnati dal lento scorrere dell’acqua nei canaletti. Lo spettacolo del laghetto con le ninfee ci lascia senza parole. Sembra di poter scorgere il maestro Monet intento a dipingere i suoi quadri. Sicuramente i giardini d’acqua sono la parte più bella della visita e quella che merita di essere vissuta e apprezzata maggiormente.

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