SPECIALE ALVERNIA, VALLE DELLA LOlRA, BRETAGNA #4: Il Gotico francese ai suoi massimi livelli: Chartres e Bourges

di Andrea Oldani

Partiti da Giverny ci dirigiamo verso sud. Attraversiamo la campagna francese che sembra non finire mai. A differenza delle dolci colline dell’Alvernia la Loira è piatta e si vedono campi di cereali sino all’orizzonte. A un certo punto, però, notiamo qualcosa svettare sulla pianura francese. Da 20 km vediamo svettare la Cattedrale di Chartres. È uno di quei momenti che hanno sempre alimentato il mio personale immaginario medievale insieme all’Arazzo di Bayeux. Più ci avviciniamo e più il mio sguardo si sforza di cogliere i dettagli dell’architettura gotica o il fascino delle sue famose vetrate. Ogni km che facciamo, e che ci avvicina alla Cattedrale, aumenta la mia voglia di visitarla, ma devo attendere il mattino seguente. Di buon’ora raggiungiamo il centro di Chartres e resto quasi paralizzato dalla bellezza della Cattedrale. Il portale orientale con il suo portone e rosone, il tetto spiovente e i contrafforti in solida pietra mi ipnotizzano. Noto dietro l’ingresso principale con i due torrioni asimmetrici, i tre portali d’ingresso e il famoso rosone centrale che ricordo sin dai tempi delle lezioni di storia dell’arte al liceo. È un invito a entrare. Uno degli esempi più eccelsi del Gotico Francese mi sta chiamando. Varcata la soglia mi sento come i membri della Compagnia dell’Anello nell’Antico Reame Nanico di Khazad-Dum (per gli amici tolkieniani Moria) perché nonostante la mia conoscenza del Medioevo non pensavo che l’uomo medievale, tra il XII e XIII secolo, potesse realizzare qualcosa di così pregiato. Da difensore e cantore del Medioevo sono contento che questo periodo riesca a stupirmi ancora a 30 anni! Gli interni di Chartres mi stupiscono per la loro luminosità: la pietra bianca fa da contraltare ai colori sfavillanti delle vetrate medievali che creano chiari – scuri e giochi di luci e ombre nelle navate. A differenza delle cattedrali possenti della Normandia, gli interni di Chartres sono meno decorati e presentano linee molto più semplici. Resto in fissa sulle vetrate e sul rosone per minuti e il tempo sembra non passare mai. Mi voglio gustare ogni singola vetrata, ogni singolo cappella sino a quando non raggiungo l’abside. Chartres l’ho sempre sentita esaltata per le sue vetrate originali e mi aspettato che fosse quello l’unico tesoro che la cattedrale aveva da offrire. Sono rimasto sensazionalmente colpito dal complesso scultoreo dell’abside. Si tratta di un complesso a forma emiciclica che circonda il coro e lo separa dal resto dell’abside e dalle cappelle. È interamente realizzato in pietra scolpita che narra le vicende di Maria dalla nascita all’ascensione. I maestri scalpellini medievali sono riusciti a realizzare un capolavoro eterno per la sua bellezza con le statue scolpite a rilievo e inquadrate in preziose cornici di guglie e archetti gotici. Rifaccio il giro della cattedrale per altre due volte e poi, prima di uscire, mi fermo a guardare il Labirinto, quella decorazione a pavimento che veniva percorso dai pellegrini penitenti.

Concludiamo il giro di Chartres, che apprezziamo pienamente perché poco affollata forse a causa della lontananza dalle principali arterie viarie francesi, passeggiando per la parte bassa della città lungo i canali che offrono scorci suggestivi sulla Cattedrale. Da qui riprendiamo la macchina in direzione sud verso Bourges, passando nuovamente la Loira, scorgendo in lontananza Orleans e ripercorrendo al contrario la strada dell’andata. Parcheggiamo a pochi passi dal centro nei pressi delle antiche mura gallo-romane e dei giardini vescovili. A differenza del clima fresco della Bretagna e della Normandia orami percepiamo la calura estiva. Dai giardini vescovili iniziamo a intravvedere le forme gotiche della Cattedrale di Santo Stefano. Percepiamo subito la differenza con Notre Dame di Chartres: la Cattedrale di Bourges, pur essendo imponente, risulta a colpo d’occhio meno massiccia e pesante di quella di Chartres perché l’influenza dello stile Romanico è minore. I contrafforti e i costoloni che reggono esternamente la chiesa la alleggeriscono notevolmente. Anche i portali frontali, con i loro timpani acuti conferiscono alla facciata uno slancio verso l’alto che è esaltato ulteriormente dalle due torri laterali. Le sculture e i fregi concentrici rendono unici i portali di Bourges. Internamente la Cattedrale è affascinante in maniera opposta rispetto a Chartres, poiché qui la componente delle vetrate è minore e la bellezza è legata alle forme architettoniche interne fatte di alte colonne con archi a tutto sesto che definiscono ampie volte a crociera. La luminosità della chiesa è frutto dell’uso di candelabri a cui si uniscono le vetrate realizzate sotto le volte a crociera. Proseguiamo poi il giro di Bourges tra le viuzze del centro storico con le case a graticcio che accompagnano i nostri passi. Il centro storico si sviluppa nell’emiciclo a nord della Cattedrale, a cui si contrappone il Palazzo Jacques Cœur, un palazzo gotico dedicato a un giurista francese. Dopo il rientro in hotel e la cena torniamo in centro per lo spettacolo di luci e suoni che anima le serate estive. Vengono proiettate luci blu lungo tutto il centro storico e anche la Cattedrale viene illuminata.

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