SPECIALE BAVIERA #4: Dal Walhalla a Ratisbona, la città romana e la magia del Danubio

di Andrea Oldani

Ci lasciamo le possenti mura medievali di Norimberga alle spalle per prendere la direzione verso Ratisbona fermandoci prima al WALHALLA. Questo monumento, il cui nome rimanda alla mitologia germanico-norrena, in realtà si presenta con le forme di un tempio classico greco-romano che domina il Danubio sottostante. Il Walhalla fu voluto dal padre di Ludovico II come monumento che esaltasse, in chiave nazionalista, le personalità più importanti della storia tedesca sia recente sia antica. Tutt’oggi si perpetra questa tradizione con il coinvolgimento della collettività che è chiamata a proporre personalità di spicco da inserire nella galleria principale dell’edificio.

Dedichiamo, quindi, il pomeriggio alla visita di RATISBONA, che tra le città viste sino ad ora, è quella con maggiori evidenze del passato romano grazie alle mura e la Porta Praetoria in quanto la città, nei primi secoli d.C., era nota con il nome Castra Regina[1] e ospitava la III Legio Italica. Ratisbona permette una full immersion nella storia medievale tedesca, in quanto l’insediamento si sviluppò a partire dal castrum romano per poi diventare la sede del potere di Ludovico il Germanico e della dinastia degli Arnolfingi in epoca post-carolingia. Prima tappa è il ponte medievale del XII, ancora perfettamente funzionante, sul Danubio con i suoi splendidi scorci sulla città. Da lì torniamo indietro verso il centro città per ammirare il Duomo di San Pietro, probabilmente la più bella chiesa in stile gotico[2] vista durante il nostro tour, e la Chiesa Luterana-Evangelica nella piazza di Neufarrplatz. Di fronte a quest’ultima, sorge un monumento particolare e unico nel suo genere, il Synagogengrundriss, che ricalca l’area su cui sorgeva l’antica sinagoga cittadina abbattuta nel corso del XVI secolo per fare spazio alla Chiesa Luterana. Il monumento venne eretto come simbolo di riconciliazione tra la fede cristiana e quella ebraica. Da lì proseguiamo verso il CASTELLO THURN UND TAXIS, appartenuto alla famiglia Tassi ovvero agli “inventori” del moderno servizio postale. Due gioielli dell’architettura ecclesiastica si trovano ai poli opposti del centro storico: ad ovest si trova la chiesa di San Giacomo degli Scoti[3], fondata da monaci irlandesi e poi trasformata in una chiesa protestante ma che conserva ancora alcune decorazioni in stile irlandese, e l’Alte Kapelle, un esempio eccelso di barocco bavarese che unisce decorazioni in oro a pareti bianche a pochi passi dal Duomo. Per concludere in bellezza il giro di Ratisbona consiglio una passeggiata finale lungo il Danubio.

Riprendiamo la macchina alla volta di INGOLSTADT, l’antica sede del potere dei duchi di Baviera e nota città universitaria. La città è nota per ospitare una delle facoltà di medicina più antiche della Germania e proprio qui Mary Shelley ambientò Frankenstein. La visita della città richiede un paio di ore se si escludesse la visita al Neues Schloss e l’armeria bavarese. Giungiamo infine a MONACO. La passeggiata inizia dalla Karlsplatz verso Marienplatz per poi proseguire verso il Residenz. Prima di entrare nella residenza cittadina dei Wittelsbach ci soffermiamo davanti al Feldherrrnhalle, il luogo in cui nel 1923 Hitler tentò il Putsch e che non è aperta al pubblico in quanto un luogo di culto per la propaganda neonazista. Il Residenz, nonostante sia stato in gran parte devastato dai bombardamenti alleati durante la Seconda Guerra Mondiale e successivamente ricostruito, permette di ripercorre l’evoluzione di questa sontuosa reggia tra lo stile barocco, roccocò e neoclassico.

 

 


Note:

[1] Il nome contemporaneo di Ratisbona – Regensburg in tedesco – è una derivazione del nome di un affluente locale del Danubio: il Regen.

[2] In precedenza la maggior parte delle chiese e cattedrali presentava una struttura gotica esterna, mentre internamente prevaleva lo stile barocco e rococò bavarese.

[3] Il termine per il periodo Tardo Antico e Alto Medievale risulta essere fuorviante in quanto con Scoti si identificavano nel complesso i popoli dell’Irlanda, mentre con Pitti gli abitanti della Scozia.

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