#popUSA2020: elezioni e corti giudiziarie, cosa lascerà in eredità la giurisprudenza?

Foto tratta da uno dei dibattiti elettorali tra George W. Bush e Al Gore, nel 2000.
Foto pubblicata sul canale Youtube della CNN
di Marta Gara
Il conteggio dei voti per le elezioni presidenziali americane 2020 non è ancora terminato, ma all’indomani dell’Election Day il sospetto che l’esito elettorale di almeno uno “swing state” finisca davanti a una corte giudiziaria è fondato. Il comitato repubblicano ha già annunciato che cercherà di intervenire di nuovo sulla Corte Suprema per far sì che i giudici si esprimano tempestivamente in merito a una causa avviata da repubblicani contro la decisione dello stato della Pennsylvania di estendere il termine entro cui contare i voti arrivati per posta. Lo scorso 26 ottobre infatti, la Corte Suprema aveva rigettato l’istanza con cui i repubblicani chiedevano di velocizzare la procedura di ascolto della causa.
L’emergenza sanitaria dovuta alla diffusione del Covid-19, che negli Stati Uniti ha ucciso più di 230mila persone, ha incentivato più di 100 milioni di elettori ad esprimere il proprio voto per posta o di persona ma senza attendere il 3 novembre. Gran parte degli stati hanno di conseguenza cercato di adattare repentinamente le legislazioni elettorali (di competenza statale) per ampliare le possibilità di voto in sicurezza e al contempo consentire alla burocrazia di completare conteggio e certificazione dei voti in tempi generalmente più lunghi. Tali cambiamenti, o gli adeguamenti non registrati, hanno dato adito nelle ultime settimane (mentre i seggi erano già aperti) a centinaia di ricorsi in giudizio da parte dei comitati di partito. Tanto che anche gli analisti paventano da tempo il pericolo di contestazione dell’esito elettorale, come per altro già accaduto nella storia degli Stati Uniti.
In tre casi le dispute sorsero dopo che i grandi elettori erano stati scelti. Nel 1800 e nel 1824 decise il Congresso, come da dettato costituzionale. Dopo l’Election Day del 1876, invece, nella contesa tra Rutherford B. Hayes e Samuel Tilden ben quattro stati (Florida, Oregon, Lousiana e Sud Carolina) mandarono gruppi contrapposti di grandi elettori al Congresso, sia per i repubblicani che per i democratici. Una tale incertezza in merito al riconoscimento dei voti a livello statale non si era mai avuta prima. Per risolvere la questione il Congresso approvò l’Electoral Commission Act nel gennaio del 1877. La legge istituì una commissione speciale temporanea per determinare l’esito delle elezioni, con 5 rappresentanti del Senato, 5 della Camera e 5 della Corte Suprema. I venti grandi elettori contesi vennero tutti assegnati a Hayes, che divenne Presidente. Nel 1887 venne varato dal Congresso l’Electoral Count Act, ancora in vigore per dirimere ulteriori contese in Congresso. Da allora, ad ogni modo, non si ebbero più casi di crisi costituzionale.
La disputa che brucia ancora in molti cittadini americani risale appena a vent’anni fa. Nel 2000 si contendevano la Presidenza George W. Bush per i Repubblicani e Al Gore per i Democratici. Il conflitto sorse a livello statale ma fu risolto dalla Corte Suprema. In Florida, stato decisivo per assegnare la presidenza, il conteggio elettronico dei voti riportò a qualche giorno dell’Election Day che Bush, già dato per vincitore, aveva in realtà un margine di vantaggio di qualche centinaio di voti. La legge della Florida prevede che con un margine minore all’1% si vada al riconteggio manuale e così fu. La segretaria di Stato Kathrine Harris, repubblicana e co-chair della campagna di Bush, cercò di certificare comunque i voti del conteggio automatico, ma erano già partiti i ricorsi alle corti statali da parte dei democratici. L’8 dicembre – termine ordinario per certificare i voti in tutto il Paese – la Corte Suprema della Florida decise che il riconteggio manuale doveva procedere. I Repubblicani ricorsero quindi a loro volta alla Corte Suprema degli Stati Uniti. Quattro giorni dopo la Corte Suprema federale ribaltò la sentenza della Corte Suprema dello stato e ordinò di fermare il riconteggio manuale. Si rischiava infatti, secondo la sentenza, di non rispettare la scadenza di legge per far votare i Grandi elettori, il 14 dicembre.
Viste le analogie con le discussioni sui voti che restano da contare che circolano in questi giorni, è facile capire come mai nelle scorse settimane si sia tornato a parlare del caso Bush vs Gore. Tanto più che l’allora avvocato di Bush nella contesa finale, Brett Kavanaugh, siede oggi proprio alla Corte Suprema, nominato da Trump nel 2018. Questa coincidenza non casuale è in particolare saltata all’occhio ad una settimana dall’Election Day 2020, quando Kavanaugh ha commentato una sentenza sostenendo che il nome del nuovo presidente sarebbe dovuto essere certo all’indomani della giornata di elezioni per non creare confusione. Tale affermazione non trova riscontro nelle previsioni costituzionali e la realtà di questi giorni mostra quanto il conteggio stesso dei voti sia al contrario lento e laborioso. Le elezioni 2020 stanno creando negli stati un ulteriore spazio formale per la contestazione politica e l’instabilità di governo? Oppure il voto per posta è un metodo che avrà maggiore peso in futuro, tanto da cambiare le regole istituzionali? In fondo sono numerosi gli studiosi di diritto elettorale che ritengono le scadenze fissate dall’Electoral Count Act obsolete. Risposte, se ci saranno, arriveranno probabilmente prima dalle corti che dai legislatori.
#popUSA2020: l’asino e l’elefante: breve storia del bipartitismo americano
Per lo speciale #popUSA2020 ecco un excursus sul bipartitismo made in USA, che oggi vede contrapporsi Democratici e Repubblicani. Ma non è sempre stato così
#popUSA2020: Absentee Voters, Mail Ballots & Early Vote: breve storia del voto a distanza
Per lo speciale #popUSA2020 ecco uno sguardo sugli Absentee Voters, Mail Ballots & Early Vote: una breve storia del voto a distanza made in USA
#popUSA2020: l’importanza degli Swing States
Per lo speciale #popUSA2020 ecco uno sguardo sugli Swing States, ovvero gli stati in bilico spesso determinanti per l’elezione del Presidente
#popUSA2020: il sistema elettorale e il Gerrymander
Per lo speciale #popUSA2020 ecco uno sguardo sul sistema elettorale americano, dal gerrymander ai Grandi elettori
#popUSA2020: gli sguardi di PopHistory sulle elezioni USA2020
In occasione delle elezioni negli Stati Uniti del 2020, PopHistory propone una serie di 5 contributi per approfonidre aspetti e dinamiche storiche della macchina elettorale USA. Dal 2 al 6 novembre, un post al giorno!